Pande-mia

C’è solo una cosa che forse mette d’accordo in questo momento tutti gli italiani: la stanchezza, insieme alla voglia che tutto finisca. Poi c’è la sensazione e tentazione bartaliana del tutto sbagliato tutto da rifare: ma qui

iniziamo a dividerci…

C’è chi vede solo le colpe del governo, chi quelle delle regioni o solo di alcune, chi dei troppi scienziati-protagonisti (e non sempre unanimi, anzi), chi vede complotti, chi vede solo i “privilegi” degli altri e solo i problemi della propria categoria. Se fosse possibile, ognuno di noi (e ovviamente lo dico anche a me stesso) dovrebbe sperimentare anche solo per pochi giorni che cosa significa mettere d’accordo tutte queste esigenze, a volte anche contrapposte.

La riva è più vicina, ma non è ancora a portata di bracciata. Mentre guardiamo con nuove apprensioni all’altalena delle notizie sui vaccini (prima Astrazeneca poi Johnson&Johnson, ma la nostra speranza resta soprattutto quella vaccinale), basta leggere un qualunque giornale o navigare un po’ fra i social per vedere quanto ci siamo ulteriormente sfilacciati in questi mesi.

Colpa del virus bastardo, innanzitutto. E un po’ colpa nostra: mia, di voi che state leggendo, di altri. La maggior parte di noi non è riuscita a creare squadra, solidarietà. Qualcuno non ci ha neppure provato, per la verità, ma neppure questa differenza importa: ora abbiamo davanti ancora settimane di attesa e disagi, forse mesi. Però i vaccini, nonostante gli intoppi, sono una speranza concreta: se ognuno di noi si sforzasse di vedere non solo la pande-mia ma anche i problemi degli altri, forse saremmo ancora in tempo per affrontare meglio questa peste tutti insieme, facendola diventare “pandenostra”, e forse potremmo davvero uscirne migliori e più forti, come accadde (dopo i mesi delle vendette) nel dopoguerra che portò l’Italia alla stagione del boom. Se mi guardo alle spalle vedo tanti sbagli, tante imprudenze commesse quando ancora non capivo bene, tante polemiche inutili cui ho contribuito. Ma preferisco guardare avanti: la riva è più vicina, ma servono ancora robusti colpi di remo, e se – banalmente ma concretamente – li diamo tutti insieme sbarcheremo più rapidamente fuori da questo incubo che ci avvolge da 14 mesi. Ci proviamo, anzichè perderci in discussioni inutili? Io ci voglio provare: anche un virus ci può far crescere.

Pubblicato da parmabilly

Nato a Parma 5-6-1958. Giornalista nel gruppo Gazzetta di Parma per 41 anni (carta, radio-tv, ancora carta e infine web). In pensione dal 1° luglio 2016, o quasi...

2 pensieri riguardo “Pande-mia

  1. Ho riletto 5 volte il testo: non ho capito il senso, l’utilità e nemmeno dove si vuole andare a parare.

    Poi il signor Balestrazzi dice ” E un po’ colpa nostra: mia, di voi che state leggendo, di altri. La maggior parte di noi non è riuscita a creare squadra, solidarietà”
    Ma quale? Quella proposta, per me demenziale, che chi ha il reddito garantito cede una parte dei propri emolumenti a chi è in difficolta? Qualche pensionato ha incominciato per dare il buon esempio? Non credo. Proposta infattibile.

    A chi è in difficoltà ci deve pensare lo Stato Italiano, però mancano i soldi. Anzichè chiedere la solidarietà dei cittadini.bisognerebbe invece chiedere allo Stato Italiano di potenziare la Guardia di finanza per verificare i contributi alla cooperative, alle associazioni, all’operato delle società statali, parastatali, onlus, tutti questi mondi che meriterebbero un’attenzione capillare. Solo in questo modo, eliminando il marciume e gli sprechi avremmo soldi per aiutare chi è in difficoltà.
    Sbaglio se dico che la macchina statale funzionerebbe meglio se si tagliasse almeno il 60% del personale impiegatizio?
    E sono proprio gli appartenenti a questi mondi parassitari che da 14 mesi sono in smartworking a reddito garantito con una “grande”(!!) mole di lavoro i primi mettitori di like quando si parla di Europa, Biden (che però è più guerrafondaio e meno di green di Trump) e certi ragazzi che non sanno ormai più come impiegare il tempo si inventano programmi sul parma anche perchè è dura arrivare a sera.

    Anzichè proposte che lasciano il tempo che trovano bisogna chiedere allo Stato un approccio “se tu dall’altipiano guardi il mare” nella gestione della macchina statale, azzerare tutto, e fare lavorare la gdf gomito a gomito negli uffici amministrativi statali oltre che commissariare tutto. Riusciremmo a ridurre corruzione e sprechi e trovare risorse per la sanità e i più bisognosi.

    E cosa importantissima modificare i contratti di lavoro pubblici favorendo i licenziamenti.

  2. Provi a leggere una sesta volta. Con una aggiunta: il “demenziale” lo riservi alle occasioni con gli amici che frequenta e ai quali – forse – si mostra con nome e volto veri. Altrimenti, le sue anonime, arroganti e spesso inconsistenti incursioni qui sono arrivate al termine. Buona giornata. (Gabriele Balestrazzi, nome e cognome veri)

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